Monday, November 13, 2006

Concorrenza fra Ulivo e Governo

Roma, 7 nov. (Apcom) - Possibilità di ingressi per 'ricerca di lavoro', permessi più lunghi, ripristino di un fondo per l'integrazione e di una commissione contro le discriminazioni. Sono alcuni dei punti centrali di un disegno di legge sull'immigrazione presentato dai senatori dell'Ulivo e illustrato oggi in una conferenza stampa dal capogruppo Anna Finocchiaro insieme con Massimo Livi Bacci, Tiziano Treu e Luigi Zanda.
Un ddl che, spiegano, non è un'abrogazione della Bossi-Fini, anche se "molte cose di quella legge vengono scartate". La proposta, d'altra parte, non interviene su tutto l'impianto della legge sull'immigrazione ma solo su quattro aspetti: ingressi nel Paese, permessi di soggiorno, regolarizzazioni e politiche per l'integrazione. "Noi la consideriamo una buona base di discussione" ha spiegato Anna Finocchiaro, sottolineando che il provvedimento si basa su un "ragionamento illuministico", ossia "su analisi, dati e studi relativi anche ad altri paesi europei". Obiettivo: evitare che l'approccio al fenomeno venga "schiacciato" da una parte "dalla paura" e dall'altra dalla semplice "constatazione che è una conseguenza dell'immigrazione e della povertà".
Ma come mai il gruppo dell'Ulivo presenta questo ddl mentre il governo si accinge a varare un proprio provvedimento in materia? Anna Finocchiaro ci ha tenuto a sottolineare che non è in atto alcuna rincorsa e con una battuta ha spiegato: "Ci pagate anche per questo". Poi ha aggiunto: "La maggioranza al Senato finisce spesso sui giornali per i numeri risicati di cui dispone. Ma noi non siamo qui tre volte a settimana soltanto per premere un bottone o dire sì davanti ai banchi della presidenza. Disponiamo di grandi personalità e vogliamo mettere a frutto loro e i nostri stipnedi". Tra l'altro, ha sottolineato, "è un'iniziativa del gruppo ma ne abbiamo parlato anche con i ministri Ferrero e Amato che lo hanno considerato un contributo interessante".
Ad entrare più nel merito di ciò che è previsto nel provvedimento è stato il senatore Massimo Livi Bacci che ha messo l'accento sulla necessità di "avere più canali di ingresso per favorire l'incontro di domanda e offerta" ed evitare che si alimenti il sommerso. "La Bossi-Fini - ha spiegato - permette ingressi tramite 'chiamata'. Questo è un meccanismo che viene mantenuto, ma non può essere una via esclusiva perché molte delle offerte di lavoro richiedono che ci sia un incontro tra il datore e il prestatore d'opera".
Anche da qui nasce l'ipotesi di creare permessi di ingresso 'per ricerca di lavoro' "mediante prestazione di adeguata garanzia da parte di istituzioni appositamente autorizzate" (ossia degli 'sponsor' come per esempio sindacati o associazioni), oltre che "mediante prestazione di garanzia di natura monetaria" (una sorta di autosponsorizzazione).
Viene poi prevista un'estensione della durata dei permessi di soggiorno che passa a due anni per i lavori a tempo determinato e a tre per quelli a tempo indeterminato.
Il ddl introduce inoltre "forme articolate di regolarizzazione" come per esmpio "permessi premiali per quegli stranieri che aiutano concretamente le autorità a individuare autori di reati connessi con l'organizzazione dell'immigrazione clandestina".
Infine si prevedono "politiche per l'integrazione". Tra queste, l'istituzione di un Fondo i cui costi saranno sostenuti da Stato, datori di lavoro, lavoratori, donazioni.

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